Quattro Canti: il crocevia barocco di Palermo

Quattro Canti: il crocevia barocco di Palermo

I Quattro Canti di Palermo si delineano in quello che è l'incrocio tra i due assi principali che attraversano la città: via Vittorio Emanuele e via Maqueda, in prossimità di una piazza di forma ottagonale che è stata per secoli il cuore del centro storico del capoluogo.
Si tratta di Piazza Villena, nota fin dall'antichità anche come Ottagono del Sole, grazie alla straordinaria illuminazione che durante le ore centrali della giornata fa da protagonista, colpendo anche una delle quinte di quello che è l'omonimo teatro.
Così come suggerisce la denominazione "Quattro Canti", in prossimità di questo punto si ha l'effettiva divisione della città di Palermo in quattro differenti cantoni: Palazzo Reale, Monte di Pietà, Castellammare e i Tribunali.

Il progetto riguardante la disposizione urbanistica dei Quattro Canti fu voluto nel 1608 dal viceré spagnolo Giovanni Fernandez Paceco, duca di Villena, da cui la Piazza attinge evidentemente il proprio nome.
L'opera fu affidata al famoso architetto di origini fiorentine Giulio Lasso, con l'intento di ricreare un punto di incontro sinergico nel centro città.
Sfortunatamente, Lasso non fece in tempo a vedere conclusa la propria opera, morendo soltanto qualche anno più tardi, nel 1617, ma la costruzione continuò ancora per diversi anni, lasciando la direzione dei lavori nelle mani dell'ingegnere del Senato Mariano Smiriglio, già a capo dei cantieri sotto la supervisione di Lasso.

Con Piazza Villena, il progetto di Giulio Lasso divenne così realtà, restituendo alla città di Palermo un capolavoro indiscusso dell'architettura barocca in Italia, ancora oggi considerato straordinario nel panorama artistico e architettonico del paese, nonostante la sua eccezionale semplicità.
La costruzione, difatti, non risulta essere particolarmente complessa, consistendo semplicemente in una piazza di forma ottagonale racchiusa tra quattro imponenti edifici, con una serie di sbocchi di collegamento tra una struttura e l'altra.
Lo stile architettonico scelto da Lasso prevedeva una combinazione di elementi sia dorici, che ionici e corinzi, mentre è stato invece l'ingegnere Mariano Smiriglio a collocare le statue che sorvegliano la piazza, suddividendole tra quelle che sono le nicchie degli ordini superiori degli edifici e quelle inferiori, ricercando una disposizione simbolica ben precisa.
Ai livelli più alti degli edifici seicenteschi di Piazza Villena, sorgono le Sante Patrone della città di Palermo: Santa Cristina, Santa Oliva, Santa Ninfa e Santa Agata, quest'ultima successivamente sostituita come patrona di Palermo da Santa Rosalia, nel 1623.
Subito in basso rispetto alle sopracitate, sorgono poi quelli che sono gli storici re di Sicilia: Carlo V, Filippo IV, Filippo II e Filippo III.
Infine, ai piani più bassi, direttamente sulla piazza, Smiriglio decide di apporre quattro fontane, finemente decorate dalla presenza di statue simboleggianti, in maniera allegorica, le quattro stagioni.

I Quattro Canti di Palermo si presentano così, come l'ottagono barocco del centro città che fu il cuore pulsante della vita seicentesca palermitana, incarnando quella che è stata l'opera di maggior importanza realizzata dall'architetto Giulio Lasso.
La struttura architettonica di Piazza Villena, così custodita all'interno dei Quattro Canti, risulta essere piuttosto semplice, eppure il risultato è eccezionale e i giochi di luce che si alternano durante la giornata illuminano i Quattro Canti in maniera particolarmente suggestiva.