Le sarde a beccafico sono una ricetta tipica della Sicilia, ne esistono moltissime varianti, ma le più conosciute sono quelle di Palermo, Catania e Messina. Spesso utilizzate sia come antipasto che come secondo piatto, sono molto gustose e invitanti, un piatto di sicuro successo per stupire gli ospiti.
LA RICETTA CLASSICA
Vediamo nel dettaglio come preparare le sarde a beccafico; le dosi della ricetta sono indicativamente per 4 persone. La realizzazione di questo piatto è abbastanza semplice, il costo medio basso e la maggior parte degli ingredienti si possono trovare nella dispensa.
Procuriamo 1 kg di sarde, o il necessario in base al numero di persone, 8 cucchiai di pane grattugiato o mollica, 70 grammi di pinoli, 70 grammi di uvetta, 2 spicchi d'aglio, 1 cucchiaio di zucchero, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato, 1 bicchiere di olio extravergine d'oliva, il succo di un limone, sale, pepe e alloro.
Il procedimento è molto semplice, l'unica cosa un po' noiosa è la pulizia delle sarde; se non si ha tempo, si possono acquistare già pulite, altrimenti basterà aprirle dalla pancia, e togliere la testa e la lisca, facendo attenzione che restino unite sul dorso. Una volta fatto questo ci si può occupare della farcitura.
Mettere a bagno l'uvetta per dieci minuti circa in acqua tiepida, poi farla sgocciolare. Far tostare il pane grattugiato in una padella con un filo d'olio, l'aglio tritato, lo zucchero, il prezzemolo, i pinoli e l'uvetta tritati grossolanamente. Una volta tostati aggiungere sale e pepe a piacere e olio quanto basta per amalgamare il tutto.
Distribuire una piccola quantità di farcitura e arrotolare la sarde in lunghezza, lasciando sporgere la coda; metterle in una pirofila da forno alternandole con foglie di alloro.
Una volta che tutte le sarde saranno nella pirofila, irrorare il tutto con una salsa di olio, limone, sale e pepe, e cuocere in forno per 10/15 minuti a calore medio.
Questa è la ricetta palermitana, ma ci sono altre due varianti: la catanese e la messinese.
Nella versione messinese, vengono aggiunti dei capperi alla farcitura, e vengono fritte; quella catanese invece prevede l'aggiunta del caciocavallo, disposte a coppie con la farcitura in mezzo, impanate e fritte.
UN PO' DI CURIOSITÀ LEGATE A QUESTO PIATTO
Il nome di sarde a beccafico o "sardi a beccaficu", nasce dal fatto che anticamente le persone nobili, cucinavano i beccafichi (una specie di volatile che si divertivano a cacciare), farcendoli con le viscere. Questo era un piatto destinato ai soli nobili, il popolo non potendoselo permettere ha inventato le sarde a beccafico, ancora oggi apprezzate in tutto il mondo.
A Palermo, vengono considerate un cibo di strada, tanto da essere vendute dalle friggitorie e gustate per strada dai turisti, e non solo.
Per i siciliani restano comunque un secondo piatto molto utilizzato, tanto che non ne fanno a meno neanche nelle occasioni importanti; infatti vengono servite come antipasto durante le cerimonie.
Un modo particolare in cui i siciliani portano in tavola questo piatto è quello di infilzare le sarde su uno spiedino, alternandole con spicchi di cipolla foglie di alloro, il tutto cotto in forno.
In qualsiasi modo si decida di gustarle sono sempre buonissime!